Assassino di ReTutGP publishing ha pubblicato di recente, una nuova graphic novel, trasposizione del bestseller di James Patterson “L’assassinio di Re Tut“.

Per quanto riguarda GP publishing, come sempre questa casa editrice si distingue per la cura nella scelta del materiale e della presentazione: brossurato elegante, ben rilegato, ottima qualità di carta e colore.

Per quanto riguarda il contenuto… tentenno un po’.
È stata una lettura gradevole ma inizialmente un po’ difficoltosa. Mi è piaciuto? Sì, ma credo più per il mio amore verso la storia e i suoi misteri che per la qualità dell’opera.

Comincio riportando la traccia fornita dalla casa editrice (anch’essa poco chiara, secondo me).

Il mistero deve essere svelato… La tomba deve essere trovata! Questo è il pensiero fisso di Howard Carter, un archeologo convinto che la morte di Tutankhamon non sia solo una leggenda… Superando le barriere del tempo e del mito ci immergeremo nell’antico Egitto, oscuro e terribile! Così parte lo splendido graphic novel di James Patterson, lo scrittore americano che ha fatto divertire il mondo con Maximum Ride e con le avventure di Alex Cross, l’investigatore interpretato da Morgan Freeman nel film Il Collezionista.
Insomma, il meglio della letteratura americana incontra il fumetto in un’edizione da non perdere!

Riconosco che un romanzo del genere sia difficile da trasporre e ammiro il lavoro, comunque talentuoso, svolto da Alex Irvine. Rimane il fatto che, sin dalla prima pagina, il lettore si trova messo immediatamente alla prova nel trovare i fondamentali chi, come, dove, quando e perché . Non vi sono né un narratore guida e né note esplicative o di approfondimento…
Questo mi fa pensare che Irvine e Patterson abbiano dato per scontato, forse troppo, la conoscenza della storia di Re Tut e dell’antico Egitto da parte del lettore. Stesso discorso vale per la storia di Carter, ancor più frammentata, sintetica e, soprattutto, assolutamente da non dare per scontata.
Io sono un’appassionata di storia antica e una fan del Re Tut … nonostante questo ho dovuto leggere le prime 4 pagine prima di trovare la “bussola”!

Paradossalmente ciò che trovo davvero scontato è lo stile narrativo scelto, questo continuo salto temporale, visto e abusato,  che congiunge in qualche modo la storia del faraone a quella di Carter … per di più impovvisamente interrotto nell’ultimo capitolo dall’apparire di Patterson. Lo scrittore compare d’improvviso, diventa narratore, conclude frettolosamente il romanzo illustrando le sue conclusioni, sottolineando l’importanza delle prove raccolte … ma quali sono queste prove???

Colpita positivamente invece da Randall e Mitten (disegni). Ho trovato davvero interessante la scelta accorta di due stili artistici così diversi, che caratterizzano e differenziano personaggi e momenti storici.
A mio parere è proprio questo lavoro che dona, molto più della scenografia, un ritmo alla narrazione.

L’Annina

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