Dopo aver letto Rinne e Hime-chan no ribbon, ho pensato di essere tornata indietro nel tempo (almeno per un po’). Mi rivedevo adolescende entrare nel primo negozio di fumetti a Firenze e avvicinarmi ai manga… Eehhh!
… Beh, ma a voi questo non interessa davvero!
Il tutto era per dire che stili e trame forse oggi desueti e noiosi… sono gli unici che ancora difendo perché, nonostante seguano un cliché, non sono volgari, sono magici e fantastici, senza però esagerazioni estreme. Sono un classico insomma.
Ma veniamo ai dettagli.
Hime-chan no ribbon
“Himeko, tredicenne energica e un po’ maschiaccio, riceve dalla principessa del Regno della Magia un fiocco che ha il potere di trasformarla, per un limitato periodo di tempo, in chiunque lei voglia. Aiutata dal leoncino di peluche Pokota, a cui è stata donata la vita allo scopo di spalleggiarla, Himeko si troverà a dover quindi provare i poteri del fiocco, difendendone il segreto da familiari e compagni di classe. Ma non sempre le cose vanno come vuole...”
Chi non ha mai pensato, almeno per una volta (soprattutto da adolescenti), che tutto sarebbe stato più semplice se foste stati qualcun altro? Io sì, spesso…
Questo manga tratta questo tema… e, a voler guardare, insegna quanto sia inutile fuggire dalle proprie responsabilità e invidiare gli altri: ognuno ha i suoi problemi, i suo punti di forza e di debolezza.
Da un punto di vista “tecnico”, la trama è scorrevole, interessante e divertente. I dialoghi danno un buon ritmo al racconto e, nonostante la somiglianza nei lineamenti, anche i personaggi sono ben caratterizzati. Hime e Daichi, ad esempio, sono complementari l’una all’altro: lei impulsiva e franca, lui apparentemente ribelle e sfaticato, in realtà maturo e riflessivo.
Hime-chan no ribbon, in conclusione, fa sognare e sorridere chi è cresciuto con questo tipo di shojo… e spero anche i nuovi lettori.
Rinne
“Sakura Mamiya è una ragazza che fin da bambina è in grado di vedere i fantasmi. Rinne Rokudo è un suo misterioso compagno di classe dai capelli rossi che lei crede sia un fantasma, in quanto è la sola in grado di vederlo. In realtà, il ragazzo si rivelerà essere mezzo umano e mezzo shinigami…” Cosa porterà l’incontro tra questi due ragazzi?
Una trama simile è stata già proposta, anche dalla stessa Takahashi. Rinne però riesce ad essere gradevole nonostante la scarsa originalità. È una lettura fresca e godibile, in cui i protagonisti riescono ad allontarsi dai classici canoni dell’autrice. Sakura ad esempio è più sicura di sé e razionale e Rinne, dal canto suo, è più maturo e risoluto. Anche i personaggi secondari sono sicuramente divertenti.. ma non invadenti!
Devo comunque ammettere che questo titolo piacerà ai fan di Rumiko Takahashi e a coloro che sono nostalgici di fumetti alla “vecchia maniera”… Forse oggi troppo distanti dalla moda gotico/vampiresca e paradossalmente avventurosa di oggi.. Mumble mumble…
L’Annina
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