Garth Ennis questa volta ha esagerato. E non parlo di violenza.
Passi per Crossed, nel quale ha sfruttato il filone tanto in voga degli zombie e ne ha tirato fuori un lavoro cruento oltre ogni limite, ma dopotutto ben fatto… Ma Jennifer Blood, scusate, non si salva.
L’autore in questo racconto si è ispirato a Punisher, ha preso qualcosa qua e là dalla recente e decisamente più meritevole Scarlet e, non contento, vi ha aggiunto qualche pizzico di Desperate Housewives (non solo perché citate in sinossi). E ne ha estratto questa banalità.
Finta casalinga in realtà omicida e vendicatrice, famiglia perfetta, vicino porco, parenti cattivi. Questi i protagonisti della storia… Intreccio alquanto scontato, direi. L’idea stessa è trita e ritrita (anche al femminile), come il livello di violenza e brutalità è più o meno uguale a sempre… Verrebbe quasi da dire “Che Noia!!!”.
Non si salva neanche il disegno. Poco curato, con un cambiamento repentino e drastico a metà volume che, sempre secondo me, disturba: non solo cambia i connotati dei personaggi, ma sembra volerne modificare anche la caratterizzazione psicologica (per quanto anche prima fosse decisamente superficiale).
Cosa mi sorprende di più? Che questo fumetto abbia persino un seguito. Avrebbero fatto meglio a chiudere la vicenda così come si conclude nel primo volume della Panini (che mi sembra racchiuda i primi 4/5 capitoli della serie regolare).
Conclusione: Ennis in questo fumetto sembra aver definitivamente ceduto al lato più veniale dell’arte del fumetto. Offre infatti un prodotto di infimo spessore e qualità… ma di moda, per carità!
L’Annina