Non è un fumetto… non ancora, almeno (e credo sarà difficile lo diventi)… Ma ho trovato questa storia così attuale, scritta semplicemente ma con sincerità…

E poi alla fine è una favola, come ogni graphic novel:

C’era una volta una piccola,minuscola ranocchia con un carattere e una vita non facile…
La sua famiglia, cresciuta in cattività, aveva acquisito gli aspetti peggiori del genere umano che la ospitava: avarizia, violenza, falsità, odio, gelosia.
Una volta raggiunta questa consapevolezza, la piccola ovviamente cercò di rifugiarsi il più lontano possibile da essi e dal loro modo di essere, terrorizzata di poter diventare così anche lei un giorno.

Chiuse così il proprio cuore, indossò una piccola maschera sorridente, finse di adeguarsi… e continuò ad anelare la libertà. Sapeva infatti che, al di là dei giunchi che circondavano il lato nord dello stagno artificiale, vi era una campagna infinita, selvatica e bellissima: bastava solo trovare il coraggio di saltare.
Un giorno decise di farlo, spronata anche dalla promessa di aiuto di un’altra famiglia apparentemente per bene…Ma le cose non cambiarono, anzi. La piccola ranocchia fu caricata di responsabilità e compiti ingrati, fu sottoposta a trattamenti atti a cambiare la propria personalità… Senza accorgersene era finita in un altro stagno artificiale, anzi… in una palude melmosa!!!
La ranocchia ovviamente non si arrese, non potettero fare nulla per cambiare il suo essere.. così la isolarono. Stremata da questa lotta, triste per la solitudine, la piccolina decise che si sarebbe sopita un’altra volta, almeno per un po’. Doveva recuperare le forze e trovare nuovamente il coraggio e la speranza di farcela.
Non si rendeva conto però che, per quanto lei crescesse e maturasse e diventasse indipendente e con una propria personalità, la maschera che aveva dovuto indossare per sopravvivere in passato avevo assunto una vita propria, celandosi nel suo subconscio e gravando sempre di più sul suo cuore…
Ripresa dalle fatiche, la ranocchia ritenne fosse meglio celare almeno in parte se stessa, in attesa di trovare qualcuno che la apprezzasse. Finalmente conobbe degli amici sinceri… ma soprattutto conobbe il vero Amore… qualcuno finalmente l’amava per il suo Essere! Grazie a questo, la ranocchia si lasciò alle spalle anche la seconda famiglia, decisa ad affrontare il mondo da sola…

Ogni decisione ovviamente comporta una conseguenza. La libertà ottenuta le costò molto… Molti che in passato sembravano sostenerla la abbandonarono, la campagna selvatica si rivelò un nido di animali crudeli e solo in alcuni luoghi ed in alcuni momenti dell’anno era possibile rilassarsi e vivere… Ma la cosa più grave fu perdere, per un caso sfortunato, l’Amore… sì, proprio quello vero con la A maiuscola…
E la maschera ne approfittò. Svelò la sua presenza insinuando dubbi nella mente e nel cuore della piccola ranocchia: “che io sia sbagliata?” “che abbiano davvero ragione gli altri?” “forse dovrei adeguarmi al mondo così come esso mi vuole…” “chi sono? chi devo essere? come devo essere?”…

La piccola ranocchia decise che non valeva più la pena lottare. Si arrese e decise di indossare la maschera, svelando la propria identità sempre più raramente. Divenne apparentemente responsabile e composta, celando però uno spirito libero che non vedeva l’ora di librarsi in aria. Divenne diffidente, ma pronta ad aiutare chiunque… triste, ma sempre pronta a sorridere.

Si innamorò di un bel ranocchio che la amava così tanto e decise che questa era la sua vita…

Il suo Io però non morì … Un giorno scalciò talmente forte da rompere la gabbia che la ranocchia aveva costruito nel proprio cuore. Il suo Essere si risvegliò, qualcuno le ricordò chi era in realtà… e quanto le piaceva essere così… ed effettivamente, ad alcuni si era svelata piacendo per come era…
Ma la stanchezza e il dolore erano ormai così grandi…il mondo intorno non la voleva così, o almeno lei non ci credeva più. E la maschera era diventata così grande… quasi un nido sicuro…

“Chi sono? chi devo essere? come devo essere?”…

Cosa sia successo dopo non si sa, o meglio non è ancora stato narrato… A voi ora sognare, ridere o piangere di lei, commiserarla o amarla, trarne una morale…

A voi la conclusione.

L’Annina

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