“L’omicidio è il nostro primo istinto […] ci rende forti, ci rende saggi […] ci mostra ciò che siamo in grado di fare […] come vedere le cose per ciò che sono davvero…“
E voi cosa ne pensate?
Sicuramente non vi dirò cosa ne pensa il protagonista di questa storia, Luther Strobe. Sta a voi scoprirlo… Posso dirvi la mia opinione, sull’omicidio e su questo fumetto.
Riguardo il primo punto non vi tedierò a lungo. Qualunque sia il motivo, ritengo che uccidere sia da vigliacchi, non da potenti… Spesso quando lo dico mi viene chiesto se la penserei così anche se fossi coinvolta personalmente o accadesse qualcosa a un mio caro. Ebbene sì, la penserei ancora così.
Perché? Perché se qualcuno scatenasse seriamente il mio lato vendicativo e crudele, troverei decisamente più soddisfacente farlo soffrire a lungo – non per forza fisicamente – tenendolo in vita … che ucciderlo e liberarlo da ogni problema!
Detto questo passiamo al fumetto. A essere sincera, la sua lettura ha creato all’interno di un’unica mente (la mia) opinioni discordanti e alternate.
Unico punto fermo, sin da subito, il talento innegabile del giovane disegnatore Tradd Moore. Sin dalle prime tavole dimostra di avere ben poco da invidiare ai maestri di questo genere. Dotato di uno stile che ricorda quello di molti serial animati occidentali, riesce sorprendentemente ad adeguarsi con abilità ad ogni tipo di situazione, siano esse comiche, sdolcinate o cruente. Oltre a questo, la scelta registica di puntare l’attenzione sui particolari – in primis gli sguardi dei vari personaggi – e l’attenta selezione dei momenti chiave del racconto donano un ritmo eccezionale alla storia e impregnano di pathos ogni vignetta.
A rendere tutto ancora più efficace, il rosso intenso e le definizioni cromatiche date dal colorist Felipe Sobreiro.
Per quanto riguarda la sceneggiatura di Justin Jordan…ecco, qui ho avuto di che riflettere.
Probabilmente condizionata dal mio scarso interesse per fumetti in cui la violenza – quella inaudita – è protagonista, ero inizialmente intenzionata a esprimere un’opinione negativa su questa storia. Ho così deciso di leggerlo una seconda volta. E devo ammettere che ho avuto non poche sorprese.
Jordan dimostra innanzitutto una grande abilità nella caratterizzazione dei personaggi. Riesce a donare loro un carattere e una vitalità tale da avvicinarli immediatamente al lettore, sia esso protagonista o comparsa. Le relazioni che intercorrono tra i protagonisti del fumetto sono ben delineate, i dialoghi sono realistici e aiutano a rendere ancor più umane e veritiere le reazioni e i sentimenti di ciascuno di loro, ovviamente tenendo conto di avere a che fare con Luther Strode, un super-eroe decisamente sui generis… E svela una morale che difficilmente si trova nel genere splatter. Non male direi, no?
Certo, non lo consiglio a tutti. Lo consiglio a chi ama il genere splatter, a chi crede che i super-eroi possano essere anche crudeli, a chi ama o ha amato lo stile di Garth Ennis… A chi, a prescindere da tutto, vuole imparare a conoscere due nuovi talenti del Fumetto.
L’Annina
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