Ieri serata libera.
Mici tranquilli, fidanzato fuori con gli amici, thè caldo in abbondanza… libreria colma di fumetti.
Non troppo recenti, purtroppo, a causa del poco tempo per scegliere, comprare e leggere… Ma tante “vecchie” letture interessanti sì!
Non so bene quali associazioni mentali abbia fatto il mio cervello per arrivare a questa scelta. So di essermi “autoincoraggiata” (proprio della serie “Dai Anna che ce la fai!”) leggendo i titoli di alcune opere di Eisner. So di aver avuto un momento di malinconia leggendo il nome di “Marzì” sui due volumi della Coconino… ma la cosa strana è stato trasformare questo sentimento in un attimo di rabbia verso il consumismo sfrenato e la mancanza di conoscenza, da parte di molti, di cosa siano le cose importanti e di che valore abbia realmente il denaro… soprattutto in occasioni ormai puramente commerciali come il Natale e San Valentino… Ed ecco che il mio dito, proprio in quel momento, accarezzava la costa di “Il San Valentino di Arlecchino” di Gaiman e Bolton…
Beh, non potevo non ri-leggerlo!
In una rivisitazione contemporanea e alquanto passionale della Commedia dell’Arte e della Pantomima, Gaiman e Bolton narrano qui l’Amore. L’Amore che ti può intrappolare in una vita non tua, completamente al servizio della persona a cui tieni, con l’unico scopo di vedere almeno in parte ricambiato il tuo sentimento. E quando il proprio desiderio non viene esaudito? Quando scopri che di te e del tuo cuore si fa beffe, se ne nutre e ne approfitta senza alcun sentimento d’amore?
Non è finita, credete a me! … O ad Arlecchino, che dimostra come qualcosa di così apparentemente doloroso possa dare vita a nuove possibilità, ad una nuova vita e a un nuovo pulsare del cuore.
Molti miei amici, appassionati come me di Gaiman, non sono rimasti particolamente soddisfatti da questa graphic novel. Io invece ritengo che la poesia dell’autore qui raggiunga nuovi vertici, proprio grazie al tema toccato, che naturalmente si pone a servizio della poesia e della narrazione.
La giusta associazione tra i personaggi classici della Pantomima e i protagonisti della storia, la forte presenza dell’analisi introspettiva di Arlecchino, la tecnica poetica con cui vengono composti i versi e pensieri dell’innamorato, il finale a sorpresa (un po’ gothic/dark), la tecnica “foto/realistica” utilizzata da Bolton in ogni tavola… Tutto rende questo racconto più vicino al lettore. Chiunque, uomo o donna che sia, ricorderà qualcosa di simile nel suo passato, o si riconoscerà nel suo presente.
Io raccomando questa opera a chiunque ami l’Amore ma anche a chi lo rifugga o lo derida con cinismo.
Ma soprattutto un consiglio, date sempre al vostro cuore la possibilità di battere all’impazzata, di gioire e di mandarvi in confusione, di rattristarvi. Ne varrà comunque la pena… Ma tenetevelo sempre ben stretto!
L’Annina
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