Con la consueta dissacrante ironia torna Zero Calcare!

Ecco confezionato il primo volume di Macerie Prime (il secondo ci attende a maggio di quest’anno) in cui l’autore tratta il famigerato tema della maturità: amici che si sposano, che mettono su famiglia, coppie al bivio e single che non si capacitano di come il mondo intorno a loro stia cambiando mentre loro stessi sempre al punto di partenza.

Calcare si ritrova a sua sorpresa al matrimonio dell’amico, e assolutamente stranito, viene coinvolto in discussioni surreali che non lo appartengono, con amici che pensava di conoscere, con cui ha condiviso l’adolescenza ma che ha perso di vista e ritrovato solo fisicamente alle nozze ma senza più quel legame che allora pareva indissolubile.

Sottoposto al giudizio massacrante degli altri (perchè non ti sei fatto vedè Calca? Pensi solo al lavoro eh! ecc……), Calcare dovrà fare i conti con il tempo che passa e con la maturità: nuove responsabilità, idee, progetti ed emozioni.

Tutto questo narrato tramite il sapiente dosaggio di cinismo e ironia con cui ci ha abituati in passato l’Autore e con il quale è sempre riuscito a trattare temi importanti e drammatici senza appesantire il racconto. Non si vuole fare la morale… si vuole solo raccontare i turbamenti e le gioie della vita. E lo fa anche in questo primo volume.

Riesco pienamente ad identificarmi con i personaggi: tanto a livello anagrafico, quanto per le situazioni affrontate, che fanno parte del nostro percorso. Mi sorprende sempre piacevolmente come l’autore riesca a cogliere tanti momenti della nostra vita a cui magari non facciamo caso ma che segnano il nostro passato, presente e futuro.

Certo, la verve dei primi libri di Zero Calcare è impareggiabile, ma anche con questo volume conferma la sua innata bravura tanto nella scrittura quanto nel disegno… il tutto con l’aiuto degli amici immaginari del protagonista che come sempre portano più scompiglio nei pensieri di Zero che consigli utili.

Mi sembra, in conclusione, con che questo libro si cerchi di dare una risposta seria alla domanda (tanto fantasiosa quando siamo piccoli, ma poi famigerata e terrorizzante) “cosa vuoi fare da “Grande”? E forse la risposta a volte, magari in quel momento, non c’è!”

By Laura Pinaffo

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