” Siete pronti a salpare? Bene, se lo siete tuffatevi in questa avventura che mescola gli scenari avventurosi dell’Isola del tesoro ai tratti dolci e nostalgici di una narrazione spirituale e in un certo qual modo onirica scaturente dalla penna di Teresa Radice e dal pennello di Stefano Turconi.
Ne “Il porto proibito” il protagonista è un giovane ragazzo che viene trovato in fin di vita su una spiaggia deserta dal capitano di una nave commerciale battente bandiera inglese all’epoca coloniale. Di lui si sa solo il nome, Abel; per il resto il ragazzo non ricorda nulla se non la propria passione per il mare. Una volta rientrato in patria, Abel ha la possibilità di ricostruire il proprio passato anche grazie ad alcune persone che inspiegabilmente suscitano in cui emozioni che non riesce inizialmente a decifrare ma che sa essere legate sicuramente al suo passato. Chi è lui in realtà? Perchè giaceva in fin di vita su quella spiaggia? E chi è quella donna che pare sapere tutto di lui e che si dimostra tanto preziosa quanto misteriosa?
Abel capirà ben presto che ci sono eventi nella vita che non si possono comprendere con l’uso della sola ragione, ma che al contrario travalicano il comune raziocinio e che quando la vita concede una seconda possibilità bisogna avere il coraggio tuffarsi in questa nuova avventura.
Il giovane decide di cogliere quest’ulteriore possibilità, riuscendo quindi a svelare piano piano il mistero che lo circonda e rimediando a situazioni che in passato hanno causato ad egli e alle persone a lui care sofferenze e delusioni. E quando la sua “missione” si può considerare conclusa, Abel può finalmente navigare verso quella misteriosa isola che solo lui riesce a vedere all’orizzonte, nascosta tra una coltre di nubi e che lo attrae a se dal suo rientro nella terra natia. Quel “porto proibito”, come lo chiamano i vecchi marinai, che sin da subito dona ad Abel quella pace e serenità a cui aspira. Li sa che potrà riposare, pensando con tranquillità a coloro che lo hanno amato in vita e che lo ricordano con amore ed entusiasmo.
Teresa Radice e Stefano Turconi con questo racconto consacrano la propria bravura tanto nella narrazione quanto nelle illustrazioni e meritano lodi e applausi.
Se da una parte, come anticipato all’inizio, questo racconto sembra rievocare i meravigliosi scenari dell’ “Isola del tesoro”, dall’altra dalla narrazione traspaiono sin da subito una forte e spiccata spiritualità e dolcezza.
I dettagli stilistici poi confermano la accuratezza del progetto. Mi piace la scelta del materiale ruvido in cui è stata stampata la copertina, così come la scelta del carattere di scrittura, dell’inserimento di numerose e appropriate citazioni a scritti fondamentali nella nostra cultura letteraria, solo per citare alcuni preziosi dettagli del racconto. Tutto ciò e tanto altro infatti consentono al lettore di avere nelle mani un vero diario di bordo tra atmosfere magiche e a tratti scanzonate proprie dell’epoca coloniale inglese. Basti citare a questo proposito le fantastiche ballate riportare dagli autori in lingua e che mi sembrano risuonare realmente nelle mie orecchie.
Il Porto proibito è un’opera divisa in atti, proprio per rendere partecipe chi legge e consentirgli di immedesimarsi nei sentimenti dei protagonisti. Le illustrazioni poi sono magnifiche nell’uso della matita, così particolareggiate nella loro apparente linearità e accuratezza.
In conclusione, consiglio a tutti di leggere questo racconto…di alzare il sipario e di immergersi in questa storia a tratti avventurosa a tratti dolce e profonda.”
by Laura Pinaffo
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